presenta:

ANT-MAN & WASP
Parte 4: NON SEMPRE C'È UN LIETO FINE

 

Strano a volte come gli avvenimenti più importanti della nostra vita si svolgano nell’ arco di un’ unica giornata. Possiamo progettarli per mesi, anni addirittura, ma alla fine si risolvono così in fretta che spesso ci sembra di aver vissuto in un sogno. La discussione sulla tesi di laurea, il matrimonio, la prima volta… la nascita dei nostri figli.
Anche oggi un avvenimento importante verrà risolto in una sola giornata: il destino di Scott Lang e di sua figlia Cassie. È destinato a perdere la patria potestà su di lei, a non vederla mai più per il resto della sua vita? Nessuno può dirlo allo stato attuale, il destino opera in maniera insolita a volte. Ah, a proposito di Destino…

Greenwich Village. Un magazzino abbandonato (ma pensa un po').

“Non ti conviene sfidarmi, Ant-Man” afferma Kristoff Vernard, rivestito di una nota armatura argentata “Poiché nessuno può sconfiggere il potere di… Destino!”.
“Kristoff, torna in te” lo esorta Scott “Hai ripudiato questa parte della tua personalità da troppo tempo”.
“Tu dici? E se fosse stata tutta un’abile recita? Se volessi essere davvero Destino?”.
“Io non voglio crederci”.
“Quello che tu credi non ha alcuna importanza per Destino”. Kristoff allunga una sua mano dalla quale fuoriesce un raggio di energia. Ant-Man si tuffa di lato, evitando così di essere colpito. Il raggio però prosegue e provoca un profondo buco nel muro alle spalle dell’ eroe. “Impressionante, vero? Ed è solo l’ inizio!”.
“No, ragazzo mio, è la fine per te”. Wasp si è rialzata, ha gli occhi iniettati di sangue. E di rabbia. Decisamente non è stata una gran settimana per lei. Deve trovare al più presto una valvola di sfogo. Ed ora ne ha una perfetta davanti a lei.

Tribunale minorile di Manhattan.

“Avvocato Sullivan” chiede il giudice Watson “Ha altri testi da presentare?”.
“Uno solo, vostro onore: chiamo al banco dei testimoni Visione”.
“Obiezione!” grida Claude Unger, e ti pareva che non lo facesse “Contesto la legittimità di questa testimonianza, in quanto l’ essere noto come Visione è un robot. Inoltre non era previsto”.
“Come non era previsto quel nastro che lei ha fatto vedere a tutti noi all’ inizio dell’ udienza” fa notare Inger “E la testimonianza di Visione si basa proprio su quel nastro, spero che lei mi conceda il diritto di controbattere alle sue accuse”.
“Quanto alla legittimità, avvocato Unger” dice Watson “Non devo certo ricordarle il recente caso intentato da Arthur ed Heather Douglas contro la Greenwashing, nel corso della quale la testimonianza di Visione è stata ritenuta accettabile. Uno colto ed informato come lei conoscerà sicuramente a menadito quella causa”.
“Ma…”.
“Vuole che la sua multa salga a 50.000 dollari?”.
Stranamente, a questa affermazione, Unger si ritira:”Ritiro la mia obiezione”.
“Bene, che il teste prenda posto”.
Visione si avvicina al banco dei testimoni, guardando poi fisso il cancelliere:”Giudice Watson, in quanto essere creato dalla scienza e non dall’ uomo non credo sia giusto che io giuri sulla Bibbia”.
“Forse gli andrebbe bene Io, Robot di Asimov” commenta sottovoce il cancelliere, credendo di non essere sentito.
Ma non ha fatto i conti con il fenomenale apparato uditivo di Viz:”Un testo fondamentale quello. L’ ho presente nella mia banca dati”.
“Ehm, signor Visione, questa è una pura formalità” interviene Watson “Tanto lei non ci dirà delle menzogne, vero?”.
“Impossibile, signore, ho un microchip che mi impedisce di mentire”.
“Molto bene, allora procediamo”.
Visione prende posto ed Inger gli si avvicina:”Può dirci in breve chi è lei?”.
“Il mio nome è semplicemente Visione, faccio parte dei Vendicatori. E diversamente da quanto affermato poco fa dall’ avvocato Unger non sono un robot, ma un sintezoide”.
“E quale sarebbe la differenza?”.
“Giudice” si alza Unger “Con tutto il rispetto, ma non ci interessa sapere la risposta a questa domanda, avendo già appurato che Visione può testimoniare”.
“Concordo con l’ avvocato Unger” risponde Viz al posto di Watson che non prova a replicare “Sono venuto qui per discutere della veridicità di un nastro che vede Scott Lang rapire Sharon Ventura e Kristoff Vernard”.
“E cosa ha scoperto in merito?” chiede Inger.
“Se vuole inserirlo in quel videoregistratore, glielo indicherò”.
Il cancelliere fa partire la ormai ben nota registrazione.
“Ecco, ancora pochi secondi” dice Visione “Sì, fermi qui”. Il video si blocca su una immagine apparentemente simile alle altre. “Ecco, vede questa piccola oscillazione, all’ altezza del petto del presunto Scott Lang?”.
“Sì” annuisce Inger Sullivan.
“Bene, non si tratta di un difetto della registrazione, ma è proprio quanto accaduto in quel momento. C’è stata una oscillazione nel petto di Scott Lang, anzi, in colui che fingeva di essere Scott Lang”.
“E come ci riusciva?”.
“Tramite quello che viene definito induttore di immagini. Con esso chiunque può assumere la guisa di chi preferisce”.
“Non credo sia un qualcosa che si possa comprare alla drogheria sotto casa”.
“Ovviamente no, è alta tecnologia. Solo che se presa di seconda mano può rivelarsi difettosa come in questo caso. Altrimenti sarebbe stato perfetto”.
“Dunque, mi perdoni se glielo faccio ribadire ulteriormente, quell’ uomo che si vede nel nastro non è Scott Lang?”.
“Assolutamente no”.
“Grazie, nessun’altra domanda”.
“A lei il teste, avvocato Unger” invita Watson.
“Ora arriverà un fuoco di fila di interrogativi” pensa Inger “Speriamo che Visione riesca a fronteggiarli”.
L’ avvocato si alza dal suo posto, fino ad appoggiare le mani sul palchetto dei testimoni:”Signor Visione…”.
“Preferirei se mi chiamasse semplicemente Visione. Formalità come nome, cognome o appellativo non fanno per me”.
“D’ accordo, Visione. È vero che lei è stato creato da Ultron?”.
“Sì”.
“È vero che fa parte dei Vendicatori, il gruppo che si è posto contro il governo e le leggi americane?”.
“Faccio parte dei Vendicatori, ma non ci siamo posti contro il governo americano. Abbiamo semplicemente catturato un dittatore che massacrava e stuprava donne e bambini”. L' affermazione crea sgomento, come mai i notiziari non hanno citato questo fatto? Nemmeno persone informate come Watson od il cancelliere lo sapevano. Un punto a favore del sintezoide.
“È vero che lei una volta tentò di conquistare il mondo?”.
“Obiezione, vostro onore, non è Visione qui che…”. Ma Inger si blocca non appena vede Viz che con un gesto la invita a sedersi.
“Non è del tutto esatto” risponde poi il vendicatore “Cercai di prendere possesso di tutti i computer del pianeta. Comunque io non credo che qui si stia discutendo se io sia una persona di cui fidarsi o meno, stiamo discutendo di una prova che potrebbe mettere in prigione una persona. Se lei ha dei dubbi sulle mie capacità di analisi, allora la prego di esternarli. Se li ha”.
“Ah sì, quella magnifica favola dell’ induttore di immagini. In tutta sincerità, spera davvero che noi ci crediamo?”.
“Ma non dovete credere a me. Quanto piuttosto alla scienza”.
Questa risposta spiazza Claude Unger, che per alcuni secondi esita. Visione ne approfitta subito:”Prima l’ ho sentita citare un testo di Leonard Samson. Bene, sarà felice di sapere che esistono numerosi saggi sugli induttori di immagini, c’è tutta una scienza dietro queste apparecchiature ormai. E come ogni invenzione, ha i suoi pregi, i suoi difetti e i suoi geni. Tra questi testi vorrei citare L’ Induttore di immagini: una realtà di Tony Stark, oppure Vero ma falso: gli induttori di immagini di Reed Richards e poi…”.
“Ok, ok, ho capito. Ma questo cosa vuol dire?”.
“Se si invitasse qui un perito a confutare quanto ho appena detto, costui non potrebbe far altro che confermare le mie parole: che quel Scott Lang che abbiamo visto era qualcun altro che si è fatto passare per lui. Certo, a meno che questo perito non venga pagato per dire il falso…”.
“Vostro onore, chiedo l’ annullamento immediato dell’ intera testimonianza!” scatta Unger “Quest’ essere è prevenuto, mi ha appena accusato di corruzione”.
“Ma non è affatto vero” ribatte pacato Visione “Le mie parole sono state messe a verbale. Ho detto:’Se si invitasse un perito’, non ‘Se lei invitasse un perito’. Era volutamente generico. Ed è noto che il denaro può comprare qualsiasi affermazione. Inoltre non posso avere preclusioni nei suoi confronti: l’ ha detto lei stesso, sono un robot”. Unger non ci giurerebbe, ma gli pare di aver visto un sorriso sul volto di Visione.
“Giudice Watson, io…”.
“Unger, piantiamola con questo teatrino. Anche perché ho già preso la mia decisione. La prova del nastro viene ritirata fino ad ulteriore analisi e non verrà comunque utilizzata come metro di giudizio”.
“Ma… Ma…”.
“Niente ma. Ha altre domande?”.
“Io… Nessun’ altra domanda, vostro onore”. E mestamente l’ avvocato torna al suo posto, dopo aver ricevuto una batosta che ricorderà per sempre.

Greenwich Village.

“Sai, ragazzo, una cosa?” esclama Janet Van Dyne rivolta a Kristoff “Mi sono stancata, terribilmente, di tutta questa inutile sciarada. Sono stanca di tutto ciò!”. Con particolare enfasi sull’ ultima parola.
“Donna insolente, ora Destino ti farà pagare…”.
“Destino non mi farà pagare niente! Tu non sei il vero Destino!”. E con questa accusa Wasp si lancia contro Kristoff, cogliendolo di sorpresa ed afferrandolo per il bavero. Lì vicino vi è un muro e la donna gli sbatte contro lo sfortunato ragazzo, facendogli volare via un braccio dell’ armatura, evidentemente non così resistente. Jan gli leva anche l’ altro braccio metallico, poi gli toglie la maschera.
Lo osserva con occhi iniettati di sangue:”Non sei il vero Destino!” ripete.
“N… No, non lo sono” balbetta un ora tremante Kristoff Vernard, che poi per la paura perde i sensi.
“Non lo sei, non lo sei” continua ad accusare Wasp.
“Ok, Jan, basta ora!” interviene energicamente Ant-Man “Credo abbia capito la lezione”.
La donna si accascia al suolo, tremante.
“Veramente impressionante” dice in quel momento una voce proveniente dal nulla e che rimbalza per tutti i muri dell’ edificio “Non credevo che sareste giunti fino a questo punto ed in così poco tempo. Confidavo molto nel ragazzo, ma se l’è fatta sotto alle prime difficoltà”.
“Chi sei? Fatti vedere!” chiede Ant-Man.
“Questa voce… io la conosco” dice sottovoce Wasp.
“Comunque siete proprio dove vi volevo io: stanchi, debilitati, pronti ad essere sconfitti”.
Janet si rialza:”Avanti, Stockton, vieni fuori”.
“Stockton? Quel cognome non ha più alcun significato. Poiché io sono il… Dr. Nemesis!”.

Tribunale minorile di Manhattan.

“Siamo giunti alle dichiarazioni finali” annuncia Watson “Avvocato Unger, a lei la parola”.
L’ uomo si alza dal suo posto ed inizia a passeggiare su e giù per la sala, forse preda di un nervosismo per lui inatteso. “Oggi qui si decide il destino di una famiglia: di un padre, di una madre, ma soprattutto di una figlia. Di una bambina. E per questo bisogna stabilire non se Scott Lang sia un criminale o meno, quanto piuttosto se sia o meno un buon padre. Ed io non credo che Scott Lang sia un buon padre: l’ avete sentito anche voi, risiede lontano dalla figlia ed in questi ultimi mesi non è andato a trovarla. Inoltre ha mostrato atteggiamenti aggressivi nei confronti della sua famiglia e pensate al fatto che col suo essere supereroe ha più volte messo in pericolo la vita di Cassie. Valutate questo, prescindendo da tutto il resto: chiedetevi se un buon padre starebbe dei mesi lontano da sua figlia, se metterebbe in pericolo la sua vita con la sua professione. E datevi l’ unica e possibile risposta”. E dopo altri dieci minuti a rivangare praticamente le stesse cose, Unger termina.

Greenwich Village.

“Dr. Nemesis“ esclama Ant-Man “A questo punto dovrei dire frasi del tipo:’Avrei dovuto immaginarlo fin dal principio!’. Ed invece non ho la minima idea di chi sia: da quale manicomio è saltato fuori?”.
“Dal dimenticatoio è saltato fuori” spiega Wasp “È un vecchio nemico, mio ma soprattutto di Hank*”.

* V. Uomo Ragno Corno 104/106

“Oh sì, il caro dr. Pym: adesso si è trasferito a Los Angeles, vero?” dice il Dr. Nemesis “Non perdo nessuna sua conferenza stampa come leader dei Vendicatori della Costa Ovest. Non ha affatto perso la sua pomposità. Mi ha umiliato in passato, ma presto non lo farà più”.
“Ed io che c’entro in questi tuoi propositi di vendetta?” sbotta Scott Lang.
“Tu sei un emulo di Pym, hai adottato una delle sue precedenti identità supereroistiche. Sei un buon test per me”.
“Test? Si riduce tutto a questo dunque?”.
“Non è che i piani dei supercriminali brillino di intelligenza e acume, ultimamente” commenta Janet.
“Non ti perdonerò mai quello che hai fatto a Kristoff!”.
“Ma io non gli ho fatto niente, Lang. Niente. Ho preso il controllo dei tuoi cari grazie a delle nanosonde”.
“Nanosonde?” si interroga Jan “Che abbiano a che vedere con quelle ideate da Trask, anche se queste hanno avuto effetti diversi? Certo, era utopia pensare che le istituzioni governative non se ne tenessero una buona scorta. Oppure provengono da altra fonte”.
“Ma nel fondo del suo cuore, della sua anima” spiega Nemesis “Il ragazzo vuole essere appunto ciò che hai visto, non vuole una vita da normale adolescente. Non potrà mai esserlo, è stato plagiato anche troppo bene da qualcuno più bravo di me”.
“Comunque il tuo plagio inferiore non durerà ancora a lungo, Stockton” dice Wasp.
“Io credo invece che sarà lungo, lunghissimo. Eterno”. E mentre dice queste parole il suo corpo cresce a dismisura, fino a raggiungere un’ altezza di sei metri. “Perché sta per giungere la vostra fine!”.

Tribunale minorile di Manhattan.

“A lei la parola, avvocato Sullivan”.
Inger si alza dal suo posto, appoggiando la schiena al suo bancone ed iniziando a parlare:”Sì, è vero, bisogna decidere se Scott Lang sia un buon padre o meno. Ma da cosa lo si può dedurre? Da dati oggettivi come quante volte uno va a trovare sua figlia? Ci sono uomini d’ affari che stanno lontano da casa mesi interi, eppure nessuno si azzarda ad intentare una causa contro di loro. Dunque sicuramente questo è un dato fallace. Ma allora da cosa lo possiamo desumere? Forse da un dato che di oggettivo ha ben poco, dall’ amore che un padre nutre per sua figlia. Non c’è un metro di giudizio per stabilire una cosa del genere, bisogna fare affidamento unicamente sul proprio istinto: ed io sono fermamente convinta che Scott Lang sia un padre amorevole, non è stata fornita alcuna prova in questa sede che abbia argomentato il contrario. Non l’ ha mai picchiata, non l’ ha mai sgridata, le ha sempre dato una buona educazione, l’ ha protetta con ogni mezzo possibile, anche con i supermezzi che c’è di male in questo? No, non si può negare a Scott Lang il diritto ad essere padre solo perché fa il supereroe, solo perché rischia la sua vita il più delle volte per il bene di persone che nemmeno conosce. Non si può”.
Il discorso dell’ avvocato dei Vendicatori dura altri cinque minuti, in cui tenta di smontare le prove dell’ accusa. Poi torna al suo posto.
“Molto bene, ora mi ritirerò in camera di consiglio” afferma Watson “Per la mia decisione non ci dovrebbe volere troppo tempo”.
Ma ogni minuto che passerà sarà vissuto nell’ angoscia.

Greenwich Village.

Nemesis cala il suo piede sui due eroi, ma loro si gettano di lato e lo evitano. Devono stare attenti, ci sono altre persone qua dentro che rischiano veramente grosso. Jan rimpicciolisce e si lancia all’ attacco del criminale, centrandolo coi suoi raggi di vespa: non un grande dolore per Nemesis, ma comunque un insopportabile fastidio.
“Ucciderò prima te, poi tuo marito, dannata!” grida Stockton.
“Libero di provarci. Comunque ex marito, prego”. L’ eroina gira attorno a Nemesis, che invano prova ad afferrarla o a colpirla.
“Jan, allontanati subito da lui” la invita poi Ant-Man.
“Non se ne parla, Scott, io…”.
“Ho detto allontanati!”. Stavolta il tono di voce dell’ eroe è stato imperioso, forte. Irato. “È me che vuole, diamogli il suo momento di gloria. Una volta che avrà finito con me, potrai agire come e quanto ti pare”.
“Mi piace la tua proposta” dice Nemesis.
Wasp infine decide di fare quanto richiestole, anche perché crede di aver intuito cosa Scott vuole fare. In quello stesso momento McNiven si riprende, rimanendo comprensibilmente sconvolto di fronte alla vista di un gigante di sei metri.
Ant-Man si rivolge a lui e a Jan:”Portate fuori Sharon e Kristoff”.
“E lei?” chiede il detective.
“Tra due minuti sarà tutto finito”.
Con molta esitazione, l’ agente di polizia e l’ eroina si caricano sulle spalle i due malcapitati ed escono dal magazzino.
“Due minuti? A me ne basterà uno!” afferma Stockton.
“Sì, forse uno sarà più che sufficiente”. In quel momento si ode un forte ronzio.
“Cosa…?” inizia Nemesis. Poi viene circondato da api, tante api, le api che prima erano l’ esercito di Swarm!
“Sai, avevo intuito che Swarm non potesse essere la mente dietro tutto questo” dice Scott Lang “Doveva esserci dietro qualcun altro. Così, quando l’ ho sconfitto, ho tenuto le api in zona, sicuro che mi sarebbero tornate utili: avevo ragione a quanto pare. Una tua stessa arma rivolta contro di te!”.
“Non…”.
“Attaccate!”.
Le api girano attorno a Nemesis, che smanaccia come un forsennato: poi si gettano su di lui, assordandolo col loro ronzio, pungendolo in alcune parti, facendogli perdere la concentrazione. Costringendolo così a tornare alle consuete dimensioni. Ant-Man non perde tempo, gli è subito vicino e gli strappa il costume, le api che si sono scansate come i sudditi di fronte al loro sovrano. Il costume è la fonte delle capacità di Stockton, senza di esso non può fare nulla. Scott lo centra con un gancio al volto, ma il criminale incassa e controbatte con un destro. L’ eroe para il colpo e, in una mossa quasi da ballo, i due roteano cambiando le loro posizioni.
“Vincerò comunque io!” dichiara Nemesis “Vincerò comunque io, vincerò…!”. Poi un’ espressione di dolore si dipinge sul suo volto e cade al tappeto, privo di sensi. Sulla sua schiena è presente un' ampia bruciatura. Dietro di lui vi è Wasp, che soffia sul suo dito che ha appena lanciato il suo raggio di vespa quasi avesse sparato un colpo di pistola.
“Hai perso, cretino” dice.

Tribunale minorile di Manhattan.

Tutti i brusii ed i mormorii cessano all’ istante quando Watson fa il suo ingresso nella sala. Tutti prendono posto, in attesa di sentire la sua decisione. Ma ciò dovrà attendere ancora qualche secondo, poiché subito dopo Scott Lang entra precipitosamente:”Le chiedo scusa, vostro onore, ma sono stato… impegnato”.
“Un po’ troppo tardi ormai, Mr. Lang” ribatte il giudice.
“Posso comunque fare una dichiarazione?”. Dopo qualche istante di silenzio, Watson gli concede questa facoltà. Scott si piazza vicino ad Inger ed inizia a parlare:”Vi prego, non portatemi via mia figlia: è la cosa più importante che ho, non potrei sopportare di perderla. Mi accusano di cose terribili, ma credetemi, non sono stato io. Posso essere stato un disastro come marito, anche come supereroe. Ma come padre no: ho dato il meglio a mia figlia, tutto l’ amore di cui ero capace. Non portatemela via”. E così dicendo si siede.
Vi sono alcuni secondi di un silenzio gravido di tensione ed attesa, poi Watson fa un’ ultima domanda:”Mr. Lang, posso sapere dove è stato in queste ultime ore?”.
“Ecco… sono stato coinvolto in una battaglia”.
“Con un supercriminale?”. Ant-Man annuisce. Infine Watson emette la sua sentenza:”È sempre difficile e grave decidere di questi casi, mettono in gioco molto più che la legge, mettono in gioco i sentimenti delle persone. E nel deliberare bisogna tenere conto in primo luogo di una cosa fondamentale: del bene del bambino. Dunque cosa ci ha detto questa causa? Sicuramente che Scott Lang non è un padre degenere e dunque non merita che gli venga tolta la patria podestà. Tuttavia c’è da considerare che Scott Lang non è una persona come le altre: ha una doppia vita, che ha messo in pericolo sua figlia Cassie, più di una volta. Dunque ritengo che Cassie Lang debba essere per il momento affidata a mani più sicure, quelle di sua madre Patricia Lang. Scott Lang potrà vedere sua figlia nei weekend e durante le festività, in caso di impedimento dovrà prontamente segnalarlo. Tra un anno ci ritroveremo, per valutare come sono andate le cose e per vedere se è opportuno effettuare dei cambiamenti. Nel bene o nel male. L’ udienza è tolta”. Watson batte il martelletto ed esce, mentre già si inizia a discutere.
Ant-Man china il capo, sconsolato, poi qualcuno gli poggia una mano sulla spalla. È sua figlia Cassie:”Non preoccuparti, papà, vedrai che si metterà tutto a posto”. Poi Peggy viene a recuperarla, senza degnare di uno sguardo il suo ex marito ed insieme ad un sorridente e baldanzoso Claude Unger esce dalla sala. Scott segue con lo sguardo Cassie finché può. Viene poi consolato anche da N'Kano.

Palazzo dei Vendicatori.

“Mi dispiace” dice Inger Sullivan “Mi dispiace davvero”.
“Non deve dispiacersi” la consola Ant-Man “Lei ha fatto del suo meglio, lo so, sono io che ho creato guai”.
“Ed ora, Scott, cosa hai in mente di fare?” chiede Wasp.
“Tu cosa hai in mente di propormi?”.
“Beh, se vorrai vedere tua figlia e rispettare le indicazioni del giudice ti converrà stare il più possibile vicino a New York. E guarda caso il Palazzo dei Vendicatori è proprio qui”.
“Una meravigliosa coincidenza, non trovi?”.
“Sì”.
“Non posso risponderti adesso, al fulmicotone: devo valutare, ciò comporterebbe dei cambiamenti importanti per me e non solo per me”.
“Prenditi tutto il tempo che vuoi”.
“È quello che ho intenzione di fare”.

CONTINUA...